IL BI-DIPOLO

Descrivo un dipolo bibanda con unica discesa, per chi dispone di poco spazio in terrazza, da montare ad ombrello (a X anche stretto).
Questo dipolo bibanda è stato realizzato dal sottoscritto da alcuni anni, ed è quindi in uso, da tempo, nella residenza estiva in collina.
Pur essendo stato descritto su Internet dal caro e vecchio amico I8SWZ, mi sono deciso, un poco in ritardo, a recensirlo su RadioKit Elettronica con qualche dato in più.
Il bi-dipolo è formato da elementi filari con bobine di compensazione.
I dati sono sui disegni.
I bracci sono costituiti da normale treccia in rame ricoperto, per impianti elettrici, da 2,5 o poco più.
Le bobine sono costruite con filo ricoperto da  0,8 circa di spessore rame, su supporti in PVC per uso idraulico:
Diametro  supporto PVC per i 40 m. = 32 mm.
Diametro  supporto PVC per gli 80 m. =  40 mm.
La lunghezza di tali supporti è conseguente al diametro del filo usato, anzi il mio suggerimento è quello di avvolgere prima le spire e poi tagliare il supporto in PVC.
La risonanza in frequenza delle antenne si ottiene solo e soltanto aumentando o diminuendo il numero delle spire, lasciando invariata la lunghezza della porzione filare dei dipoli, secondo le misure che consiglio.

L’adattamento, ai 50 ohm di impedenza, si ottiene angolando adeguatamente i bracci dei dipoli.
Confesso che il tutto non è farina del mio sacco, ma i dati sono usciti consultando  testi e dati di case costruttrici di antenne.
Comunque ho messo a punto tale sistema di antenna, personalmente, con soddisfacenti risultati compatibili con ciò che è possibile ottenere con dipoli caricati.
Nei disegni allegati con i relativi dati è possibile osservare, nei dettagli, la realizzazione dei dipoli, delle bobine di compensazione, e le risposte grafiche testate nelle due bande di frequenza con i 120 W di uscita a RF del mio apparato.

Infine è opportuno, per mettere a punto le bobine di compensazione, collegare le stesse ad un Induttanzimetro (per una autocostruzione dello stesso consiglio quello descritto sul sito di IW8ELN) e misurare:
Per la bobina dei 40 m.       =   29 microH circa.
Per la bobina degli 80 m.    =  122 microH circa.

Nel caso non si disponesse di un Induttanzimetro, si può ricorrere alla misura con l’uso di un VFO (esempio: LX 491  di Nuova Elettronica) con la induttanza costituita da una delle bobine, e con uscita collegata ad un contatore digitale di frequenza.
Risonanza delle bobine di compensazione:
Quella dei 40 mt su 7850 Kc.
Quella degli 80 mt su 3600 Kc.
Qualora non ci si arriva, in risonanaza, con i dati suggeriti, consiglio di lavorare esclusivamente sul numero di spire delle induttanze:
Infatti, con i dati di diametro filo usati dal sottoscritto per le bobine di compensazione vanno bene il numero delle spire indicato, ma se il diametro del filo che si intende usare è diverso, bisognerà portatare le induttanze delle bobine ai valori indicati per le opportune risonanze.
In definitiva, il numero delle spire che ho suggerito è oltremodo indicativo, e bisognerà confrontarlo con i valori di induttanza dichiarati.

Nulla toglie che, con disponibilità di spazio maggiore, un braccio può essere caricato e l’altro può essere il classico filo tagliato ad ¼ d’onda, sia per i 40 m., sia per gli 80 m..

Per i 40 mt. la risporta è soddisfacente su quasi tutta la banda.
Per gli 80 mt. la risposta è buona su 50 Kc. circa, intorno ai 3650 Kc., e pertanto se si vuole la risposta in frequenze diverse bisogna spostare la risonanza delle bobine più in basso o più in alto (sono le limitazioni delle antenne con bobine di compensazione !) .
Ritengo assolutamente inutile lavorare sui codini degli estremi dei dipoli
Infine, nell’augurare buon lavoro, ogni suggerimento di miglioramento è oltremodo gradito per chi volesse realizzare e sperimentare tale progetto..

 

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