ALIMENTATORE PROFESSIONALE DA LABORATORIO 5A – 1,25/30 V

Tratto da: RADIORIVISTA  10 / 2002 pag.30

Portate:
Regolazione da  1,25V  a  15V   /   5A
Regolazione da  1,25V  a  30V   /   5A

Questo articolo che descrivo non ha nulla di nuovo o di originale dal punto di vista tecnico o circuitale, in quanto non è altro che la messa in pratica di ciò che è descritto nel manuale della casa costruttrice dell’ LM338K.
Tale articolo è dedicato a chi si diletta di autocostruzione e di prove di laboratorio per la pratica costruttiva, ed è uno stimolo alla realizzazione di uno strumento altamente professionale che potrà essere indispensabile per la sua versatilità di uso e semplicità costruttiva.
Su altre riviste, negli anni, senz’altro vi sono state descrizioni simili, ma è senza dubbio piacevole una costruzione che non parta da kits già prefigurati.

CIRCUITO ELETTRICO:
Il circuito elettrico ricalca quanto consigliato dalla casa costruttrice dell’integrato utilizzato con modeste modifiche per l’uso di destinazione dell’alimentatore.
Le uniche particolarità sono l’aggiunta di un doppio deviatore, per commutare le portate del trasformatore e del trimmer in parallelo al potenziometro multigiro di variazione di tensione di uscita, per la portata a 15V.
Questo perchè ?
Nella prima portata (1,25V – 15V) i 5A possono essere assorbiti con tranquillità su quasi tutta la portata, senza che intervenga la protezione automatica per periferiche che abbiano bassissima resistenza ohmica.
La seconda portata (1,25V – 30V) i 5A possono essere assorbiti, dalla massima tensione di uscita a scendere, per circa due terzi di portata, in quanto nello scendere alle tensioni più basse interviene progressivamente la protezione corto-circuito per periferiche che abbiano bassa resistenza ohmica.
Altro motivo è che più si scende in tensione, più aumenta il divario fra tensione  raddrizzata-filtro e tensione d’uscita, più aumenta la dissipazione termica dell’LM338K.
In conclusione, da tale alimentatore, si prelevano tensioni adatte per semiconduttori con alimentazione a 13V e per semiconduttori con alimentazione a 28V.

COSTRUZIONE
I dati dei componenti elettrici sono descritti sullo schema elettrico allegato.
Il contenitore  ho preferito costruirlo con scarti di trafile di alluminio, reperibili presso ii costruttori di infissi in alluminio, a costo di rottamazione.
Il frontale ed il posteriore sono costituiti da spezzoni di trafile ad U da 20 x 20.
La base è costituita da due trafile scatolate (Scatolatura da 2) da 10 x 20 affiancate e irrigidite, con rivettatura da sotto, con due angolari 2 x 20, che funzionano anche da appoggi.se bordati da guarnizioni di gomma di portiere di auto reperiti dai rottamai.
Il coperchio viene ritagliato, ripiegato da una lastra di alluminio 60 x 22, e avvitati con autofilettanti sulle fiancate degli scatolati di base.
Il frontale può essere forato osservando la disposizione dei componenti dalle fotografie allegate.
Nel forare le basi scatolate per avvitare trasformatore e ponte con bulloncini passanti, bisogna poi allargare i fori della parete esterna in modo tale da far passare le rispettive teste che rimangono incassate nello scatolato, serrandole alla superficie interna.
Ma nulla toglie di usare contenitori reperibili in commercio con costi di certo ben diversi.
Per gli strumenti di lettura in A.. e in V. consiglio usare o quelli a lettura digitale reperibili in commercio (o in kits), con alimentazione di trasformatorino, ponte-filtro ed accessori a parte, o, a lettura analogica di buona qualità (tipo Mega BM 70 / TL, o altri con quadrante 8 x 8).
La qualità di lettura degli strumenti, non è superfluo dirlo, è indispensabile per un alimentatore per uso professionale, e pertanto economizzare sugli stessi non è consigliabile.
Per il galvanometro di lettura in V. è consigliabile usare un Galvanometro da 50 o 100 microA con trimmer in serie per taratura portata, in quanto quelli più “tosti”, con resistenze di shunt combinate con resistenze di serie (Valore 30V f.s., già di commercio), incorporate, non garantiscono lettura affidabile su tutto il percorso di escursione della scala.
Per il galvanometro di lettura in A., già esistono in commercio strumenti shuntati per tale portata, ma, per i volenterosi e gli esperti, si può usare un altro galvanometro da 50 o 100 micrA opportunamente adeguato con shunt esterno autocostruito o in costantana (per chi ce l’ha), o con rame smaltato avvolto su supporto di resistenza di alto valore da 2W.
Pertanto si allegano all’articolo le scale analogiche da fotocopiare, preferibilmente su cartoncino uso foto di buona qualità (180 gr. o più) e incollare alle mascherine originali dei galvanometri reperiti o acquistati.
L’aletta di raffreddamento è consigliabile usarne una da 18 x 12  per prevedere un uso tranquillo dell’integrato regolatore-stabilizzatore alla minore tensione e massimo assorbimento.
L’integrato LM338K è preferibile porlo su uno zoccolo per TO3, fissato in precedenza sull’aletta di raffreddamento, e reperibile o nel surplus o anche da alcuni vecchi televisori di buona fattura, per una eventuale quanto rarissima eventualità di sostituzione veloce per guasto dello stesso.
I componenti stretti dell’integrato vanno saldati tutti sullo zoccolo o sui piedini dello stesso.
Per la lampada spia si può eliminare la resistenza da 330 ohm se si trova quella da 48V (essa serve sia per scaricare rapidamente l’elettrolitico di filtro allo spegnimento dell’apparato sia per protezione dello stesso all’accensione).
Il trasformatore bisogna farlo avvolgere, in quanto non è facile trovarlo per le tensioni previste.
Per chi ha buona volontà, si può reperire presso la RS di Milano dei pacchi trasformatore già avvolti per il primario e da avvolgere per le tensioni del secondario.
Il pacco deve essere da 130 – 150VA con tensioni sul secondario a 16 V e a 26V efficaci.
Gli elettrolitici di filtro sono due, da 10.000 pF cadauno-65V, in parallelo.
Ma va comunque bene quello da 22.000 pF-65V reperito nel surplus.

TARATURA
L’unica taratura riguarda la portata dei 15V.
Prima si prova l’apparato sui 30V, e si controlla la lettura sul voltmetro ruotando il potenziometro multigiro frontale.
Poi lo si testa in A. con periferica di assorbimento.
A questo punto si collega voltmetro esterno alle boccole di uscita, si commuta nella portata 15 V, si porta il potenziometro frontale multigiro alla massima resistenza (massima escursione), e si regola il trimmer da 4,7K, parallelo del multigiro, per lettura a 15V.
Infatti l’integrato in questione prevede con resistenza di adjust a 4700 ohm i 30 V, e con resistenza di adjust a circa 2200 i 15 V (questa opzione infatti è ottenuta inserendo in parallelo al multigiro da 4700 ohm il trimmer di taratura per la portata inferiore).
È bene puntualizzare che è assolutamente sconsigliabile la commutazione diretta di trimmers o potenziometri non utilizzando appunto il parallelo, in quanto, nel momento della commutazione, mancando la resistenza di adjust verso massa, per un attimo del vuoto, si avrà in uscita la pericolosa tensione massima di uscita dal filtro (36V circa !).

A tal punto credo di avere terminato la descrizione, spero con chiarezza, e non me ne vogliano gli esperti per la mia pedanteria descrittiva, ma l’argomento l’ho dedicato in modo particolare agli OM neofiti, rimanendo sempre a disposizione per eventuali chiarimenti ulteriori.

Gennaio 2002                                                         I8SKG  GIUSEPPE  BALLETTA

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